venerdì 18 gennaio 2019

Figli delle stelle




TITOLO: Figli delle stelle
AUTORE: Emily Pigozzi
EDITORE: Self publishing
GENERE: Erotico romance contemporaneo
NUMERO PAGINE: 260
DISPONIBILE IN: ebook e cartaceo
AMBIENTAZIONE: Italia - Europa
POV: alternati
DATA DI USCITA: 15 Gennaio 2019

«Non dirmi che non ti va di giocare.»
«No. Non così. Io…»
Giò fa per divincolarsi. È spaventata, lo vedo dal tremore leggero delle labbra, dal tono della sua voce. E una parte di me grida, vorrebbe sapere che cosa la spaventa tanto, perché ha così paura. Ma un’altra, l’altra parte, impazzisce dal desiderio nel vederla così vulnerabile.
Potrebbe essere chiunque, ma adesso siamo insieme, lontani dal mondo.
E lei è in mio potere. Completamente mia.
Rafael Venturi vive per correre. La velocità è nel suo dna, scritta nelle stelle fin dalla sua nascita. Figlio di un campione del mondo di Formula uno prematuramente scomparso, per lui la vita è una gara, una sfida con i suoi demoni e l’impulso continuo a scattare a trecento all’ora senza voltarsi indietro, fino al traguardo. Finché un brutto incidente in pista lo costringe a rallentare e a mettersi in discussione. E una notte, in fuga, salva un ragazzino che fa l’autostop da un’aggressione. Solo che non si tratta di un ragazzino, ma di una misteriosa ragazza dall’aspetto di elfo e dal piccolo corpo nervoso e sensuale.
Gioia, detta Giò perché come gli confessa con ironia la gioia non la riguarda, e Rafael si avventureranno in un esaltante viaggio on the road alla scoperta delle loro paure, senza regole se non quella di un’attrazione impossibile da dominare.
Ma chi è davvero Giò? Da cosa sta scappando?
E la passione sarà la chiave giusta per vincere davvero?
Ogni viaggio nasconde un segreto. Una vittoria. Un amore da conquistare.
Bentornati!
Emily Pigozzi con il suo stile semplice e coinvolgente trascina il lettore tra le pagine del suo ultimo lavoro, "Figli delle stelle". 
L'autrice ha confezionato un romanzo che si legge tutto d'un fiato. La sua scelta di far raccontare la storia, in prevalenza, dal punto di vista del protagonista maschile ha dato un tocco in più alla narrazione. Inoltre il titolo fa subito risuonare nella mente la melodia dell'omonima canzone di Alan Sorrenti, nelle cui strofe ritroviamo l'essenza della storia che coinvolge i due giovani protagonisti. 

Per un caso del tutto fortuito, il destino di Rafael, pilota di formula uno, si  intreccia a quello di Giò, una diciottenne dall'aspetto minuto e dai tratti delicati. Due individui completamente opposti. Lui è abituato all'alta velocità sulle piste dei circuiti automobilistici e vive i rapporti con le donne con altrettanta fugacità. La sua è una vita che potrebbero invidiargli in molti, ma che in realtà è solo uno specchietto per le allodole, perché Rafael è cosciente di essere l'uomo desiderato per la sua fama, per il personaggio che rappresenta. Conoscere Giò è come respirare aria pura, come bere acqua di sorgente, perché lei è semplicemente spontanea, vera, interessata a conoscere la persona e non il personaggio che si cela dietro il cognome Venturi. 
Ho apprezzato l'uso, da parte dell'autrice, del viaggio come ricerca  di una via di fuga da un passato che opprime, che ferisce, e trascina in un'immobilità le esistenze di due sconosciuti, che diviene l'elemento principe che li accomuna. Tra l'Italia e la Spagna, per sette giorni, vivremo un viaggio alla scoperta del passato che ha irrimediabilmente inciso la pelle di Rafael e Giò, i quali metteranno a nudo le loro anime, svelando i propri tormenti l'uno all'altra senza remore. 
Quell'immediata e inaspettata sintonia d'animo darà il via ad una passione dirompente fra i due, ma cosa accadrà alla fine del viaggio? Saranno ancora gli stessi di prima? Supereranno i propri tormenti? Non  posso e non voglio svelare nulla di più! 
Consiglio la lettura a chi nonostante le brutture della via, crede ancora in essa e guarda con rinnovata consapevolezza e fiducia nel domani...

"Riflessi sulle onde scivoliamo...Come due stelle noi...Avvolti dalle ombre noi ci amiamo... Io non cerco di cambiarti...So che non potrò fermarti...Tu per la tua strada vai...Addio ragazza ciao…"

Emily Pigozzi scrive da sempre. Parla troppo e legge altrettanto, adora i dolci e la quiete della notte. Per diversi anni ha lavorato come attrice, prendendo parte a cortometraggi e film e partecipando a tournée che hanno toccato i maggiori teatri d’Italia. 

Vive a Mantova con il marito e due figli piccoli, un maschio e una femmina. 

Ha esordito nel rosa con “L’angelo del risveglio” (Delos digital) a cui è seguito “Il posto del mio cuore”, un rosa di formazione, uscito a fine 2015 per la 0111 edizioni. 
Nel 2016 ha invece pubblicato “Aspettami davanti al mare” e “Danza per me”, entrambi per la collana Youfeel di Rizzoli. Nel 2017 escono “Un piccolo infinito addio” e “Il mio vento di primavera”, quest’ultimo edito da Emma Books. Nel 2018 il suo romantic suspense “Magnifico assedio” è stato per diverse settimane ai primi posti della classifica bestseller di Amazon. Nel 2018 è uscito “Una canzone per te”, per Harper Collins Elit.




La notte è un lungo confine nero. Temporali vanno e vengono, ma io non ho paura. Non qui, tra le braccia di Rafael che mi accolgono. Non so quante volte facciamo l’amore. Lui regala un ritmo al nostro piacere entrando e uscendo da me, mentre io lo accolgo ogni volta senza riuscire a smettere. Mi scopa con forza e con dolcezza, come se non esistesse altro al mondo, concentrandosi sul mio godimento, e poi ancora con foga, scuotendo la testa, con affondi violenti e rapidi, come se dovesse dissetarsi.

E poi stiamo nel dormiveglia, senza smettere un attimo di toccarci, i corpi sudati e carichi di umori che aderiscono l’uno all’altro. Non sentiamo la fame né la sete, solo l’immane desiderio di appartenerci. Un tocco per il nostro desiderio, un tocco per il mio cuore affamato. Uno dopo l’altro, ancora una volta, senza sosta.
«In ogni posto dove ci fermiamo ci diamo dentro. Comincio a pensare che facciamo delle soste solo per questo» mormora al mio orecchio, succhiandomi il lobo, in un momento di veglia.
«Se continuiamo così, tra poco ci cacceranno. Siamo un po’ troppo rumorosi, mi sa.»
«Considerato che è notte fonda, che fuori diluvia e che non sappiamo nemmeno dove siamo, non sarebbe una gran mossa» ridacchia baciandomi piano, la voce roca e rilassata, già mezzo addormentato.
«Rafael» dico di colpo, il tono tremante e pieno di tutti i dubbi che mi attanagliano il cuore. Perché sto bene. Troppo bene. E io non posso stare così bene, è assurdo. Oppure no?
«Dimmi.»
«Cosa succede quando vedi solo la tempesta, e sembra tutto nero?»
«Si aspetta che passi, credo.»
«A… a che punto è la pioggia?»
«Forse ha smesso. C’è silenzio, adesso» mi risponde lui, scivolando nel sonno.
A che punto è la pioggia, Rafael. A che punto è il temporale.
Quello che infuria sulle nostre teste, e quello dentro di me.
Violento, frustante. Freddo come il ghiaccio.
È finito l’orrendo frastuono che ho nella testa?
Quel rumore che non vuole andarsene? 



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