mercoledì 5 dicembre 2018

Recensione - Piacere oscuro



Titolo: Piacere oscuro
Autore: Anya M. Silver
Serie: Dark Souls Series 
Editore: self - publishing
Genere: Dark Romance
Uscita prevista: 5 Dicembre 2018
Sono Aviva De Santis e sono scappata dal lusso del mio nido famigliare per diventare una senzatetto, perché non sopportavo l’idea di vivere con degli assassini. Da allora, la strada mi ha cambiato. Sono diventata una cocainomane, una prostituta, un topo di fogna. Insieme alla mia nuova amica, conosciuta in strada, ho vagato per il South Bronx di New York con l’unico scopo di sopravvivere e anestetizzarmi dal dolore. Poi tutto è precipitato. La mia avidità ci ha condotto fino a lui. Nel momento in cui ho incrociato il suo sguardo vuoto ho capito di non avere scampo. Nei suoi occhi di diamante non vedo nulla. Quell’uomo sembra morto dentro e ciò mi terrorizza più della morte stessa.
Ma questo non mi ha precluso di fare qualcosa che non avrei dovuto, e adesso sono nei guai fino al collo. Grazie a quel demonio ho capito di aver abbandonato un covo di vipere, solo per essere catapultata in un covo di mostri.


Bentrovati!
Oggi condivido con voi la mia opinione sul romanzo "Piacere oscuro", il primo volume della Dark Souls series dell'autrice Anya M. Silver. Inizio con il dirvi che leggere questo romanzo è stata una piacevole scoperta, amo spaziare tra i generi, anche se non nego che il mio preferito resta proprio questo il dark romance. Che volete farci, sono una lettrice compulsiva, con questa tendenza ad apprezzare le sfumature più oscure dell'animo umano.
L'autrice ha numerosi romanzi già pubblicati, eppure questo è il primo scritto da lei che leggo... e mi dispiace di averla scoperta solo ora.
L'uso che fa di un  linguaggio chiaro, essenziale ed a volte crudo, ma mai eccessivo, riesce a condurti dentro il romanzo già dalle primissime pagine. E' proprio lì dove i suoi personaggi prendono vita e danno il via ad una spirale di emozioni e sensazioni tangibili, che il lettore si sente subito avvinto alla lettura. Questo perché Anya ha sfruttato a pieno le caratterizzazioni dei suoi personaggi, facendo emergere tutte le imperfezioni e le debolezze che li rendono schiavi delle proprie dipendenze.
Conosciamo infatti  Aviva, la protagonista femminile di questa storia, che ci proietta in una realtà difficile qual è la vita di coloro che scelgono di vivere ai margini ed invisibili agli occhi di molti, per la strada, in balia delle proprie lotte interiori.  Pur di fuggire da una famiglia che si rivela impregnata di ipocrisia, Aviva si rifugia nei vicoli malfamati e squallidi di New York, in cui scopre il falso e pericoloso "potere" che la polvere bianca riesce ad avere su di lei. La droga  le dà un potere illusorio che le permette di annebbiare i  sensi, di alterare la percezione di se stessa; ad essa si aggrappa pur di offuscare le sue sofferenze. E si crea una dipendenza che la porta a  cambiare sia nei rapporti interpersonali sia fisicamente, che la spinge a fare di sé moneta di scambio pur di ottenere una dose. Ma nella disperazione compie un gesto che segna il suo destino e quello della sua amica senzatetto, conducendola direttamente nelle braccia di un uomo senza anima. Samael è un uomo misterioso e pericoloso, che sa manipolare le paure e le debolezze altrui per ottenere il massimo beneficio da essi. Non è un uomo come tutti. Lui è spietato e non conosce il valore dei rapporti affettivi, perché non ha avuto un'educazione comune, ne è stato mai circondato da un calore affettivo durante la sua infanzia. Al contrario è  stato cresciuto con rigidità e crudeltà al fine di perseguire e compiere atti spietati.
In lui non c'è il posto per quei 21 grammi, quel peso, che si suppone abbia l'animo umano.
Samael è il regista della vita di chi lo circonda e gioca con essi, senza risparmiare a nessuno colpi bassi. In una alternanza tra i punti di vista dei protagonisti, scopriremo segreti che faranno luce sul passato di uno dei protagonisti, un passato che si ripercuote sul suo presente e che metterà il lettore dinnanzi a una realtà davvero difficile da immaginare. Devo dire che l'autrice ha mescolato le ossessioni e le dipendenze dei due protagonisti, riuscendo ad assottigliarne le differenze e conducendo il lettore a chiedersi come esse siano mutate. Aviva è ancora dipendente dalla cocaina o da Samael? Samael è ossessionato dal senso di possesso e controllo o è dipendente da Aviva? Chissà...non vi resta che leggere il romanzo e trarre le vostre conclusioni, in attesa di leggere il seguito di questa serie.
"Piacere oscuro" è un romanzo che tratta tematiche forti, per questo lo consiglio agli amanti del genere.
Laura


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